puntata dieci di “calendar girls” una storia sul senso del tempo e come lo percepiamo, ovvero cosa fare durante il lockdown per corona virus (la storia di narciso)

come già preannunciato nel precedente post, questa volta ci sarà solo una tavola, si è entrati in una nuova “fase” del corona virus e si ricomincia a rincorrere la vita e rimane poco tempo per viveverla… o forse, visto che siamo quasi al termine di questa avventura, per avere un po’ più di spazio per raccontare le storie che ho ascoltato in questo lockdown…

la bellezza dei miti greci è dovuta, oltre che alla profondità che rendono sempre attuali le storie racccontate, è anche la pluralità delle delle versioni delle storie… e come già sottolineavo in qualche post fa, questo continuare ad aggiungere, sistemare, riadattare, mantengono viva e vivida una storia.

ad esempio tutti conosciamo la storia di narciso, che era troppo innamorato di se e che amò solo se stesso…

(mi dispiace di raccontarle in breve, ma il focus di questo post non è la mitologia… però vi lascio tutti i link per approfondire)

la storia di narciso, che noi tutti conosciamo, ci è arrivata da conone che ci racconta di un bel sedicenne, che era così bello che faceva innamorare chiunque… donne e ragazzi, vecchi e fanciulle. ma lui li respinse tutti, compreso anche eros. solo un altro ragazzo, aminia, non si diede per vinto, e continuò nel suo disperato corteggiamento. finchè, come nella ballata dell’amore cieco o della vanità, aminia si dimostrò così innamorato, da essere disposto a dare la vita per amore… narciso diede la spada ad aminia, il quale si tolse la vita per darla a narciso. narciso non si accorse della crudeltà del suo gesto, gli dei lo fecero quindi innamorare della sua immagine riflessa in un corso d’acqua, solo a questo punto si rese conto del dolore che aveva creato, e si tolse la vita a sua volta trafiggendosi il petto.
da una goccia di sangue caduta in terra nacque l’omonimo fiore

…a me piace molto il “remake” del racconto raccontato da ovidio, nelle sue “metamorfosi” che cambia anche i personaggi. il personaggio dal cuore infranto è la ninfa eco (premetto, come in una soap opera: qual’è la storia di eco? giunone, quando era alla ricerca di suo marito zeus -che era spesso in giro a tradirla-, eco, aveva l’incarico di farle perdere tempo in chiacchiere, finchè giunone non si arrabbiò e condannò eco a ripetere solo le ultime parole che le venivano rivolte o che sentiva). eco si innamorò di narciso. eco un giorno seguì il suo amore non corrisposto nel bosco. ad un punto narciso si accorge di essere seguito, e con un curioso rispecchiamento di voci, cominciarono infruttuosamente a parlarsi, finchè eco corse ad abbracciare narciso, ma narciso la scacciò. ed ecco che eco con il cuore infranto, corse via e finì la sua vita nelle valli solitarie (nelle quali la sentiamo ancora ripetere la nostra voce). nemesi, decise quindi di punire narciso: quando narciso si abbeverò da una pozza, vide per la prima volta il suo volto e dopo aver capito che era se stesso, si lasciò morire ammirandosi nell’ammirarsi…
quando le ninfe andarono a prendere il corpo di narciso per il rogo funebre, al suo posto trovarono il fiore che porta il suo nome.

ma pausania nel suo “grand tour” della grecia antica, ci racconta che quando sentì la storia di narciso, non ci volle credere. molto più pragmatico, perchè non riteneva plausibile che uno non riconoscesse se stesso riflesso, e sicuro che il fiore già esisteva, in quanto era stato già descritto prima della nascita di questo mito (quando Persefone fu rapita da Ade, stava raccogliendo proprio dei narcisi).
…pausania ci fornisce un’altra versione della storia, forse meno intrigante ma in effetti più realistica. narciso, aveva una gemella, di cui si era innamorato, ma questa morì prematuramente rispetto a lui. narciso allora, scoprì che specchiandosi, aveva la possilità di rivedere la gemella persa e trovarne un po’ di conforto per il suo lutto.

val la pena aggiugere anche una versione, tra le tante, più moderna sul mito di narciso.
oscar wilde ci racconta… beh, questa è breve, visto che non ci sono più diritti, ve la riporto per intero…
“Quando Narciso morì, accorsero le Oreadi, le ninfe del bosco, e videro il lago trasformato da una pozza di acqua dolce in una brocca di lacrime salate.
“Perchè piangi?” domandarono le Oreadi.
“Piango per Narciso” disse il lago.
“Non ci stupisce che tu pianga per Narciso” soggiunsero. “Infatti, mentre noi tutte lo abbiamo sempre rincorso per il bosco, tu eri l’unico ad avere la possibilità di contemplare da vicino la sua bellezza”.
“Ma Narciso era bello?” domandò il lago.
“Chi altri meglio di te potrebbe saperlo?” risposero, sorprese, le Oreadi. “In fin dei conti, era sulle tue sponde che Narciso si sporgeva tutti i giorni.”
Il lago rimase per un po’ in silenzio. Infine disse: “Io piango per Narciso,
ma non mi ero mai accorto che fosse bello. Piango per Narciso perchè, tutte le volte che lui si sdraiava sulle mie sponde, io potevo vedere riflessa nel fondo dei suoi occhi la mia bellezza.”

ecco il focus del post nascosto tra i miti antichi e moderni un concetto che vi ho già condiviso: dai pensieri nascono le idee, che portano parole, che si scambiano in chiacchiere e che stimolano nuovi pensieri, i quali ci fanno sognare altre idee e ci fanno nascere nuove parole da scambiare ancora in altre chiacchiere…

ma nelle prossime due tavole/post vi racconterò le storie di sosia e di chi è o non è stato veramente crocefisso… ma per ora continuiamo con la tavola (per chi volesse leggere le storie precedenti 123456788 bis, 9)

…e per oggi si interrompe qui.

se non si muore prima (perchè non si muore solo di/con/per/tra/fra/… corona virus), ci si rivede la settimana prossima.

perchè, condividere, è un cosa che rimane importante…

Licenza Creative Commons

Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 3.0 Italia.

Pubblicità